La dialettica servo padrone

La dialettica servo-padrone è una delle tematiche più celebri della Fenomenologia dello Spirito di Hegel.

Ogni coscienza, che ha preso coscienza di sé, ed è perciò autocoscienza, vuole porsi come unica ed orientare a se stessa tutta la realtà. Ma questo proposito di indipendenza non è solo di un’autocoscienza. Ogni autocoscienza vive accanto ad altre autocoscienze ed ognuna pensa di essere l’unica essenziale. Da qui lo scontro tra le autocoscienze per avere il primato sulle altre e fare in modo che tutto sia in funzione di sé. L’incontro tra autocoscienze si trasforma inevitabilmente in uno scontro. È la lotta tra autocoscienze. Quella vincitrice, che ha lottato fino a rischiare di morire, non elimina l’autocoscienza perdente, ma la lascia sopravvivere: in tal modo essa riconosce la superiorità della vincitrice ed è costretta a mettersi al suo servizio. L’autocoscienza vincitrice fa da padrona e quella sconfitta riveste il ruolo di serva.

Ma lavorando per il padrone, il servo prende coscienza di se stesso. Capisce, cioè, che il suo ruolo è fondamentale per la sopravvivenza del padrone. L’autocoscienza vincitrice non conosce più le cose direttamente, ma solo attraverso il lavoro del servo. Perciò il servo possiede il suo padrone, molto più di quanto il padrone possieda il suo servo. La coscienza del padrone, che pensava di essere vittoriosa, scopre di non essere libera, ma di dipendere dal suo servo. Qui va sottolineata l’importanza del lavoro: grazie al lavoro il servo si emancipa e prende coscienza gradualmente di essere indispensabile per il signore. È la dialettica servo-padrone. Prima o poi il rovesciamento diventa inevitabile. Le rivoluzioni producono l’inversione dei ruoli: 

il padrone diventa servo del servo e il servo diventa padrone del padrone.

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