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Visualizzazione dei post da novembre, 2022

La dialettica servo padrone

La dialettica servo-padrone  è una delle tematiche più celebri della   Fenomenologia dello Spirito   di Hegel. Ogni coscienza, che ha preso coscienza di sé, ed è perciò autocoscienza, vuole porsi come unica ed orientare a se stessa tutta la realtà. Ma questo proposito di indipendenza non è solo di un’autocoscienza. Ogni autocoscienza vive accanto ad altre autocoscienze ed ognuna pensa di essere l’unica essenziale. Da qui lo scontro tra le autocoscienze per avere il primato sulle altre e fare in modo che tutto sia in funzione di sé. L’incontro tra autocoscienze si trasforma inevitabilmente in uno scontro. È la lotta tra autocoscienze. Quella vincitrice, che ha lottato fino a rischiare di morire, non elimina l’autocoscienza perdente, ma la lascia sopravvivere: in tal modo essa riconosce la superiorità della vincitrice ed è costretta a mettersi al suo servizio. L’autocoscienza vincitrice fa da padrona e quella sconfitta riveste il ruolo di serva. Ma lavorando per il padrone, il servo pren

Friedrich Schelling

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Vita Schelling è perlopiù passato alla storia della filosofia come una figura sbiadita, schiacciata tra i ben più ingombranti Fichte e Hegel. Questo trattamento ingeneroso offusca il ricordo del suo contributo eccentrico e visionario alla filosofia della natura, nient’affatto riducibile allo statuto di parentesi. Gli anni fra il 1787 (pubblicazione della Critica della ragion pura di Kant) e il 1831 (morte di Hegel) sono tra i più importanti di tutta la storia della filosofia. A quei pochi decenni appartengono sia il criticismo kantiano sia l’idealismo. Il primo ha inaugurato il punto di vista trascendentale in filosofia, spostando l’attenzione dal cosa al come della conoscenza; il secondo ha approfondito le tesi di Kant estremizzandone il soggettivismo e il razionalismo.   Coevo dell’età classica della filosofia tedesca è il romanticismo, iniziato in Germania e poi diffuso in molti paesi d’Europa. Alcuni degli elementi che accomunavano i romantici (poeti, letterati e filosofi – t

Johann Gottlieb Fichte

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Vita Fichte nasce in una famiglia poverissima della Prussia nel 1762, da genitori contadini. Il suo futuro lavorativo pareva destinato ad essere quello di un guardiano di oche, la sua principale attività da ragazzo. Ma Fichte amava lo studio e, aiutato da un signore benestante del suo villaggio, prosegue la carriera scolastica, dapprima presso il collegio di Pforta, poi presso la facoltà di teologia delle università di Jena e di Lipsia. Il giovane filosofo subisce umiliazioni e difficoltà di ogni sorta in giovinezza: deriso dai compagni di classe più abbienti e poi, per guadagnarsi da vivere, costretto a lavorare come precettore privato in Germania e in Svizzera. Ma il temperamento forte e risoluto di Fichte lo conduce a raggiungere, a mano a mano, i gradini più alti della sua carriera e formazione, guidato perennemente da un sentimento rigoroso, coerente e retto. Il suo pensiero è, dapprima, fortemente influenzato dalle opere kantiane, ed in particolare dalla Critica della ragio

Georg Wilhelm Friedrich Hegel

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Vita Georg Wilhelm Friedrich Hegel nasce a Stoccarda nel 1770 da una famiglia benestante e conformista. La sua adolescenza non pare essere caratterizzata da eventi importanti: frequentò il ginnasio della città, condusse una vita agiata e borghese. Anche la prematura perdita della madre non sembra aver arrecato nel filosofo grossi traumi. All’Università di Tubinga Friedrich Hegel seguì i corsi di filosofia e teologia e strinse amicizia con il filosofo idealista Schelling. In quegli anni seguì con profonda ammirazione gli avvenimenti della Rivoluzione Francese, a tal punto da ergere nel collegio un “albero della libertà”. La sua stima per i principi di uguaglianza espressi dai rivoluzionari non mutò neanche alla vista di Napoleone e, anzi, quando quest’ultimo entrò a Jena gli dedicò delle parole diventate celebri: Ho visto l’Imperatore – quest’anima del mondo – cavalcare attraverso la città per andare in ricognizione: è davvero un sentimento meraviglioso la vista di un tale individuo c

Idealismo

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Nell'idealismo tedesco, chiamato «assoluto» perché si presentava come dottrina esaustiva della totalità del reale, vengono normalmente raggruppati tre filosofi principali, Fichte, Schelling e Hegel. L'idealismo assoluto si sviluppò in una momento ancora dominato dal pensiero di Kant: gli idealisti, infatti, negavano l'esistenza stessa del noumeno (che era per Kant la realtà esterna al soggetto, situata al di là dei suoi limiti conoscitivi), ed affermavano l'esistenza del solo fenomeno (la realtà come noi la conosciamo), traendo la conseguenza che può esistere solamente ciò che si trova nella nostra coscienza. Questo divenne uno degli elementi più significativi dell'idealismo assoluto.   Il problema del noumeno kantiano era dovuto al fatto che, se si afferma che è inconoscibile, non vi è alcuna ragione logica per postularne l'esistenza. Ammettere l'esistenza della cosa in sé indipendentemente dal soggetto che la conosce, per esempio, era per Fichte una posizi